Nei dieci anni che seguono al trattamento del tumore mammario, le donne hanno maggior rischio di morte per carcinoma mammario, malattie cardiache, ictus e infezioni. (Muneer Al-Husseini dell’Ascension St. John Hospital di Detroit, USA, Canceer).
Un’ indagine ha preso in considerazione più di 750mila donne con diagnosi di carcinoma mammario, seguite per una media di 15 anni. Di queste, 183mila pazienti (24%), sono morte entro 15 anni dalla diagnosi, a un’età media di 73 anni. Il numero più elevato di decessi, 84.500 (46%), si è verificato entro uno o cinque anni dalla diagnosi.
Le morti non dovute a cancro sono state causate da infarti, ictus ed emorragie cerebrali. A un anno dalla diagnosi, 19.500 donne sono morte per il cancro al seno e 8.300 per cause legate al tumore, in particolare malattie cardiache- Le pazienti avevano un rischio maggiore di morte per setticemia e malattie infettive rispetto al resto della popolazione, effetto probabilmente collegato ai trattamenti chemioterapici. Tra uno e cinque anni dopo la diagnosi, 85mila pazienti sono morte per cause non legate al cancro, tra cui malattie cardiache, cerebrovascolari e Alzheimer.
Tra cinque e dieci anni dalla diagnosi, i decessi non per cancro sono diventati più frequenti: 19mila donne sono morte di cancro mammario e 24mila per cause non legate al tumore, in particolare malattie vascolari cardiache e cerebrali, Alzheimer. In questo periodo di tempo aumentava il rischio di morte per malattie epatiche e per suicidio. Più pazienti sopravvivevano, maggiore era la probabilità che sviluppassero timori polmonari del colon-retto e dell’endometrio.
“L’aumentato rischio di malattie cardiovascolari è probabilmente una conseguenza di lesioni citotossiche/indotte da radiazioni, nonché di impatti secolari alla terapia, come il cambiamento di peso” (Jessica Scott, Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York).