Aggiornamento del Progetto di ricerca relativo all’analisi delle “incongruenze” epidemiologiche e cliniche nell’epidemia Covid-19: uno studio sui sistemi complessi coinvolti nel contagio
Aprile 2020
Prof. Maurizio Grandi
La Torre, Istituto di Ricerca, Torino
Dott.ssa Erica F. Poli
La Torre, Istituto di Ricerca, Torino
Dott. Maurizio Benfatto
INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Frascati
Dott.ssa Elisabetta Pace
INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Frascati
-Documento riservato-
Il gruppo di ricerca fornisce in questo documento un primo aggiornamento dell’esito di due analisi svolte:
- Una mappatura per Stati della diffusione pandemica, soprattutto orientata alla valutazione del contagio in stati “silenziosi” o dai quali non giungono notizie certe , basata su fonti dirette (ricercatori, universitari, corrispondenti) di cui disponiamo in quanto collegate da anni al lavoro della Onlus Artaban. La mappatura è consultabile ai seguenti link:
https://www.la-torre.it/mappatura-per-stati
https://www.la-torre.it/covid-19-e-i-paesi-silenziosi - Una valutazione del ruolo dell’inquinamento ambientale (tossici e 5G) nella diffusione del Covid-19 e nella suscettibilità alle complicanze.
Oltre ai nostri elaborati, consultabili al seguente link:
https://ongood.eu/evidenza/breve-dossier-sulla-relazione-tra-inquinamento-urbano-alterazione-dellecosistema-e-covid19/
e all’analisi specifica relativa all’inquinamento elettromagnetico presente al link
https://www.la-torre.it/5g
è stata già pubblicata l’evidenza che l’inquinamento dell’aria correli con un incremento dei tassi di mortalità da Covid-19:
https://www.theguardian.com/environment/2020/apr/07/air-pollution-linked-to-far-higher-covid-19-death-rates-study-finds?CMP=Share_iOSApp_Other
altre fonti in:
https://www.tpi.it/cronaca/coronavirus-focolai-citta-inquinate-classifica-corrispondenza-20200331576865/?utm_source=Facebook&utm_medium=bot&utm_campaign=bottip2
- Una rivalutazione di tutti i bias epidemiologici e le incongruenze statistiche ma anche “gestionali” nell’epidemia, elencati al seguente link:
https://www.la-torre.it/mappatura-per-stati/analisi-delle-incongruenze-cirps
Abbiamo analizzato la reale possibilità di dedurre una modellistica applicabile al fenomeno pandemico e il nostro studio osservazionale è giunto alla conclusione che non sia di fatto possibile adottare una modellistica attendibile.
Le ragioni sono sostenute dalle numerose analisi statistiche che dimostrano la difficoltà di una modellizzazione dell’epidemia basata sui criteri finora adottati.
A tal proposito si veda:
- https://it.businessinsider.com/coronavirus-nessun-algritmo-e-modello-matematico-puo-fare-previsioni/
- http://www.liuc.it/campus_life/covid-19-costruire-modelli-per-imparare-la-teoria-dei-sistemi/
- https://www.wired.it/scienza/medicina/2020/03/12/modelli-matematici-coronavirus-domande-senza-risposta/
- https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/covid-19-arma-tecnologica-arginare-virus-contagio-gestire-dopo-crisi-come-funziona/b5f459e2-6c6b-11ea-8403-94d97cb6fb9f-va.shtml?refresh_ce-cp
- https://www.focus.it/scienza/salute/e-possibile-predire-la-prossima-pandemia
E’ risultato evidente al Nostro gruppo che, viste le analisi sopra riportate, la strada della modellistica della diffusione del virus sulla base del modello “umano” non sia utilmente percorribile e possa aprire maggiori chances euristiche l’adozione di una linea per così dire, controcorrente, ovvero prendere la strada di una modellizzazione sulla base del modello “virale”.
Il concetto centrale di questa linea di ricerca risiede nel fatto che il virus è una struttura arcaica, come arcaiche di fatto sono le risposte immunitarie ad esso: in altri termini il nostro DNA è ancora quello dei nostri progenitori.
La riposta al virus è basata su una organizzazione immunologica ben antecedente all’epoca della tecniche.
Per costruire un modello sul virus è necessario un lavoro di revisione dei precedenti epidemiologici: una ricerca sulle variabili sovrapponibili (non su quelle differenzianti) rispetto alle epidemie del passato.
In particolare analizzeremo alcuni documenti:
Anais de historia de alem-mar XVIII 2017
CHAM — CENTRO DE HUMANIDADES
FACULDADE DE CIÊNCIAS SOCIAIS E HUMANAS
UNIVERSIDADE NOVA DE LISBOA
UNIVERSIDADE DOS AÇORES
A cura di João Paulo Oliveira e Costa
EPIDEMIA Y ESCLAVITUD EN LA AMAZONIA (1748-1778)
Antonio Otaviano Vieira Junior & Roberta Sauaia Martins
Universidade Federal do Pará
Resumen.
Obradoiro de Historia Moderna, N.º 25, 115-142, 2016, ISSN: 1133-0481 doi: http://dx.doi.org/10.15304/ohm.26.3228
La focalizzazione su Brasile e Amazzonia è collegata all’ipotesi di poter costruire un modello di diffusione“virale” invece che di contagio umano che comporta revisione delle epidemie precedenti, ma soprattutto in aree e popolazioni circoscritte come ad esempio gli Indios in Amazzonia.
Oltretutto, nel caso di Covid, la migliore risposta terapeutica a mediatori immunologici, come Tocilizumab, corticosteroidi, IFN, e l’utilità dell’impiego congiunto di anticoagulanti come Clexane, indicano che la morbilità e mortalità della virosi è strettamente legata alla risposta stessa del sistema immunitario del soggetto affetto, tramite mediazione dei fattori flogistici come IL6 e attivazione di meccanismi tromboembolici da CID (Coagulazione Intravascolare Disseminata).
Si collega dunque alla linea di modellizzazione virale il filone di ricerca farmacologico, nel quale l’Amazzonia è di nuovo centrale.
La Clorochina: china, alcaloide della corteccia della Cinchona, già usata da Ana Osorio, contessa di Cinchon ,moglie del governatore del Perù per curare la malaria.
Perchè gli alcaloidi? e in realtà non solo quelli della Cinchona ma magari anche quelli del meno noto Geissospermum sempre subtropicale… perchè gli alcaloidi esattamente come la risposta di IFN e IL6 (vedi Tocilizumab) sono la risposta (arcaica, cioè ancestralmente costruita e mantenuta) delle piante all’ingresso di un agente, o ad un insulto come quello del virus.
Risposta che poi è seguita, nelle piante, dalla più intelligente delle mosse, la stessa che dovremmo fare anche noi: la possibile convivenza.
Quando le piante emettono una gommoresina lo fanno come risposta ad un insulto o ad un parassita, i terpeni delle gommoresine lo combattono, ma alla fine lo inglobano, e in alcuni casi si genera anche una simbiosi.
L’obiettivo della seconda fase del progetto è dunque:
- analisi delle epidemie precedenti con particolare attenzione alla diffusione epidemica in aree e popolazioni circoscritte, quindi con un numero minore di variabili umane intercorrenti al contagio virale
- modellizzazione centrata sul virus
- studio della interazione virus/sistema immunitario e relative strade terapeutiche
- modellizzazione di un piano di convivenza uomo-virus, ovvero linee guida di tutela della suscettibilità, riduzione dei fattori di rischio, tra cui anche inquinamento ambientale, pollution e 5G nonché bonifica degli ambienti indoor